Oggi i ragazzi del Cinema America hanno voluto sollevare la questione Metropolitan a modo loro, proiettando il film "Fantasmi a Roma" sulla facciata del cinema.
Ai ragazzi abbiamo dato una mano, perché siamo convinti che il progetto di riconversione del cinema sia una iattura da scongiurare a tutti i costi.
Di seguito il comunicato stampa che abbiamo rilasciato qualche giorno fa in occasione dell'approvazione in Commissione Urbanistica del progetto di delibera.
La precedente riunione, un paio di mesi fa, aveva visto la Presidenza appoggiare il progetto mentre il rappresentante di SEL e quello del M5S avevano fatto notare che lasciare solo circa mq 300 a destinazione culturale (saletta proiezioni) dai circa 2000 attuali (ossia solo il 15% circa) voleva dire nei fatti cancellare il cinema per farne un esercizio commerciale. Questo è il virgolettato attribuito al consigliere di SEL Peciola solo lo scorso settembre: “Abbiamo fatto dei rilievi sul fatto che la parte commerciale è eccessiva e quella culturale è troppo ridotta e chiesto che anche il Metropolitan venga inserito nel quadro che punta alla valorizzazione dei cinema storici di Roma. Non si capisce per quale
motivo si voglia andare in variante al Prg riducendo la soglia del 50% da destinare in questi casi ad attività culturali, a circa 15%”.
Orbene nella seduta odierna la proposta di delibera è stata approvata con la sola contrarietà del consigliere Frongia del M5S, mentre quello di SEL deve evidentemente aver cambiato idea. Quella che due mesi fa appariva come una misera foglietta di fico ora deve essere stata ritenuta una valida opzione.
Questo il testo del messaggio che abbiamo inviato prima della riunione al Presidente Stampete ed ai consiglieri Peciola e Frongia, con solo l’ultimo che ci ha degnato di cortese risposta (e fattivo sostegno):
“[...] Vogliamo in ogni caso riaffermare la nostra profonda contrarietà all'ipotesi di riconversione del cinema Metropolitan, così come avemmo modo di fare in un'altra riunione della Commissione da lei presieduta.
Pur comprendendo i legittimi interessi della proprietà di massimizare il valore dello stabile, da un punto di vista degli equilibri urbanistici è di tutta evidenza la necessità di preservare uno degli ultimi presidi culturali di quell'area della città, dopo che uno ad uno tutti gli altri sono andati a sparire (i cinema Etoile e Ariston e le librerie Ricordi e Feltrinelli solo per citare gli ultimi). E non può essere certo la foglietta di fico dei circa 300 metri quadri destinati a sala cinematografica che possono garantire tale presidio.
Sempre dal punto di vista urbanistico rusulta davvero difficile comprendere la necessità di creare un nuovo spazio commerciale per la media distribuzione su una strada che già vede una concentrazione di strutture di vendita, di ogni tipo e dimensione, da record mondiale.
Infine troviamo inaccettabile che ancora una volta sia stato creato artatamente il degrado di un immobile per poterne poi giustificare la riconversione. Il cinema Metropolitan prima della chiusura decisa dalla proprietà funzionava egregiamente ed aveva una sua redditività. Il miraggio di guadagni di ben altra misura può aver portato la proprietà ad intraprendere la strada della riconversione ma dalla sua Commissione ci si aspetta che tali tentativi vengano fermati, per garantire un accettabile livello di vivibilità in tutti i luoghi della città.
Per quanto ci riguarda non lasceremo nulla di intentato per contrastare il progetto così come proposto dalla proprietà che a nostro avviso dà un colpo decisivo verso la definitiva desertificazione culturale del nostro rione. [...]”.
Sul Metropolitan si è sempre colta un’aria di grande accordo tra tutte le parti coinvolte, con i contrari che spesso lo sono stati solo per spuntare qualcosa per la loro parte, fatta salva la lodevole eccezione del M5S che su questa storia sta mostrando una coerenza ormai unica.
Evidentemente lorsignori non sono interessati agli equilibri urbanistici, pensando che i cittadini possano vivere di solo shopping e non invece anche di un’offerta culturale variegata che se non debitamente tutelata finisce per soccombere alla concorrenza del più profittevole commercio.
Fortunatamente pare vi sia qualcuno che un certo interesse alla cultura sembra averlo, essendone peraltro il ministro nel governo in carica. Ed è proprio alla direttiva emanata qualche mese fa dal Ministro Franceschini, quella che mira a vincolare la destinazione d'uso dei cinema di centri storici e periferie, che ci rifaremo immediatamente per verificare che sia stato apposto il vincolo sul cinema Metropolitan, cinema storico della città ed anche incluso nella Carta della Qualità (cosa di nullo conto per la Commissione Urbanistica, evidentemente). Nel caso ciò non fosse stato ancora fatto ci attiveremo immediatamente perché si proceda senza ulteriore indugio, convinti come siamo che è miope sacrificare i presidi culturali in nome dei fondi ottenibili come oneri concessori.
Una volta perso anche il Metropolitan, saranno finiti tutti i grandi cinema di via del Corso e nulla e nessuno li potrà più far tornare. A questo disegno anti-culturale noi ci opporremo strenuamente. L’amministrazione può starne certa.
Roma, 4 novembre 2014 Associazione Residenti Campo Marzio
Ai ragazzi abbiamo dato una mano, perché siamo convinti che il progetto di riconversione del cinema sia una iattura da scongiurare a tutti i costi.
Di seguito il comunicato stampa che abbiamo rilasciato qualche giorno fa in occasione dell'approvazione in Commissione Urbanistica del progetto di delibera.
Un requiem per il Metropolitan?
Commissione urbanistica di Roma Capitale quest’oggi, per discutere (si fa per dire) del progetto di riconversione del cinema Metropolitan di via del Corso.La precedente riunione, un paio di mesi fa, aveva visto la Presidenza appoggiare il progetto mentre il rappresentante di SEL e quello del M5S avevano fatto notare che lasciare solo circa mq 300 a destinazione culturale (saletta proiezioni) dai circa 2000 attuali (ossia solo il 15% circa) voleva dire nei fatti cancellare il cinema per farne un esercizio commerciale. Questo è il virgolettato attribuito al consigliere di SEL Peciola solo lo scorso settembre: “Abbiamo fatto dei rilievi sul fatto che la parte commerciale è eccessiva e quella culturale è troppo ridotta e chiesto che anche il Metropolitan venga inserito nel quadro che punta alla valorizzazione dei cinema storici di Roma. Non si capisce per quale
motivo si voglia andare in variante al Prg riducendo la soglia del 50% da destinare in questi casi ad attività culturali, a circa 15%”.
Orbene nella seduta odierna la proposta di delibera è stata approvata con la sola contrarietà del consigliere Frongia del M5S, mentre quello di SEL deve evidentemente aver cambiato idea. Quella che due mesi fa appariva come una misera foglietta di fico ora deve essere stata ritenuta una valida opzione.
Questo il testo del messaggio che abbiamo inviato prima della riunione al Presidente Stampete ed ai consiglieri Peciola e Frongia, con solo l’ultimo che ci ha degnato di cortese risposta (e fattivo sostegno):
“[...] Vogliamo in ogni caso riaffermare la nostra profonda contrarietà all'ipotesi di riconversione del cinema Metropolitan, così come avemmo modo di fare in un'altra riunione della Commissione da lei presieduta.
Pur comprendendo i legittimi interessi della proprietà di massimizare il valore dello stabile, da un punto di vista degli equilibri urbanistici è di tutta evidenza la necessità di preservare uno degli ultimi presidi culturali di quell'area della città, dopo che uno ad uno tutti gli altri sono andati a sparire (i cinema Etoile e Ariston e le librerie Ricordi e Feltrinelli solo per citare gli ultimi). E non può essere certo la foglietta di fico dei circa 300 metri quadri destinati a sala cinematografica che possono garantire tale presidio.
Sempre dal punto di vista urbanistico rusulta davvero difficile comprendere la necessità di creare un nuovo spazio commerciale per la media distribuzione su una strada che già vede una concentrazione di strutture di vendita, di ogni tipo e dimensione, da record mondiale.
Infine troviamo inaccettabile che ancora una volta sia stato creato artatamente il degrado di un immobile per poterne poi giustificare la riconversione. Il cinema Metropolitan prima della chiusura decisa dalla proprietà funzionava egregiamente ed aveva una sua redditività. Il miraggio di guadagni di ben altra misura può aver portato la proprietà ad intraprendere la strada della riconversione ma dalla sua Commissione ci si aspetta che tali tentativi vengano fermati, per garantire un accettabile livello di vivibilità in tutti i luoghi della città.
Per quanto ci riguarda non lasceremo nulla di intentato per contrastare il progetto così come proposto dalla proprietà che a nostro avviso dà un colpo decisivo verso la definitiva desertificazione culturale del nostro rione. [...]”.
Sul Metropolitan si è sempre colta un’aria di grande accordo tra tutte le parti coinvolte, con i contrari che spesso lo sono stati solo per spuntare qualcosa per la loro parte, fatta salva la lodevole eccezione del M5S che su questa storia sta mostrando una coerenza ormai unica.
Evidentemente lorsignori non sono interessati agli equilibri urbanistici, pensando che i cittadini possano vivere di solo shopping e non invece anche di un’offerta culturale variegata che se non debitamente tutelata finisce per soccombere alla concorrenza del più profittevole commercio.
Fortunatamente pare vi sia qualcuno che un certo interesse alla cultura sembra averlo, essendone peraltro il ministro nel governo in carica. Ed è proprio alla direttiva emanata qualche mese fa dal Ministro Franceschini, quella che mira a vincolare la destinazione d'uso dei cinema di centri storici e periferie, che ci rifaremo immediatamente per verificare che sia stato apposto il vincolo sul cinema Metropolitan, cinema storico della città ed anche incluso nella Carta della Qualità (cosa di nullo conto per la Commissione Urbanistica, evidentemente). Nel caso ciò non fosse stato ancora fatto ci attiveremo immediatamente perché si proceda senza ulteriore indugio, convinti come siamo che è miope sacrificare i presidi culturali in nome dei fondi ottenibili come oneri concessori.
Una volta perso anche il Metropolitan, saranno finiti tutti i grandi cinema di via del Corso e nulla e nessuno li potrà più far tornare. A questo disegno anti-culturale noi ci opporremo strenuamente. L’amministrazione può starne certa.
Roma, 4 novembre 2014 Associazione Residenti Campo Marzio
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