martedì 22 luglio 2014

Standard scandinavi in una realtà da quarto mondo

Nel perdurare il più totale silenzio alle nostre sollecitazioni da parte del Sindaco, dell'assessore alla mobilità, del responsabile del progetto “Tridente” presso il Gabinetto del Sindaco e del Municipio, abbiamo provveduto ad informare la Questura di Roma, la Prefettura di Roma ed i Carabinieri riguardo un ulteriore aspetto che è emerso dalla non-gestione dell'intervento in via del Babuino.

Dal momento della chiusura della strada, infatti, non solo tutto il traffico proveniente da piazza di Spagna è costretto ad immettersi in via della Croce e via Mario de' Fiori, ma vi sono in più i mezzi di soccorso che, non potendo più utlizzare via del Babuino, sono costretti a percorrere tali strade prive di marciapiedi a velocità sostenuta, date le emergenze, e facendo la gimkana tra tavolini (molti dei quali abusivi), auto e moto in sosta (tutte in divieto) ed i numerosi pedoni.

Le foto allegate mostrano due esempi di mezzi di soccorso costretti a farsi strada su via della Croce.



Nel caso invece che gli stessi mezzi volessero transitare su via Mario de' Fiori la cosa sarebbe praticamente impossibile, data l'occupazione costrante della sede stradale (trattandosi di strada di normale transito) da parte degli innumerevoli tavolini.

Non vorremmo che in queste peggiorate condizioni qualcuno si faccia male davvero e per questo abbiamo chiesto il parere delle altre forze di sicurezza, non riuscendo in nessun modo a farci ascoltare da chi queste condizioni di pericolo le sta creando.

Gli interventi adottati dall'amministrazione comunale in centro storico appaiono andare nella direzione di standard di tipo scandinavo, con elevate imposte per i cittadini (specialmente per gli abitanti, vedasi gli aumenti monstre dei permessi ZTL) e restrizioni di transito e sosta in nome di un maggior decoro. Peccato che però la realtà dei luoghi mostri situazioni da quarto mondo su cui le amministrazioni non mostrano di voler (o poter) minimamente incidere.

A tutto ciò si sommano le situazioni di ulteriore grave pericolo descritte sopra, derivanti da una gestione dilettantesca degli interventi.
Da parte nostra ci sarebbe tutta l'intenzione a collaborare per minimizzare disagi e pericoli e tendere ad un miglioramento generale dei luoghi, ma non possiamo che constatare l'assoluta impossibilità di una qualsiasi interlocuzione con le amministrazioni.

In queste condizioni ci si sente più sudditi che cittadini.

Roma, 22 luglio 2014 Associazione Residenti Campo Marzio

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